La Befana, perché si festeggia?

di Redazione 0

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La festività della Befana è molto antica ed è legata, in ogni caso, alla cultura popolare. La Befana del resto porta doni (e anche carbone), un pò a ricordare quelli che offrì Gesù Bambino ai Re Magi. Si racconta, infatti, che gli stessi, mentre si recavano a Betlemme per vedere il neonato divino, non trovavano la strada e chiesero informazioni ad una vecchina. Lei non volle comunque accompagnarli, ma poi si pentì e correndo a cercarli non riuscì mai a scorgerli. A questo punto scelse di fermarsi in ogni casa che incontrava per regalare dolciumi ai piccoli, sperando che uno di essi fosse Gesù.


Nella tradizione popolare, però, quella che viene ricordata come Befana, ha una origine diversa. Si dice che un tempo, la dodicesima notte dopo il Natale, quindi dopo il solstizio di inverno, si festeggiava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura. La notte del 6 gennaio, la stessa ormai stanca di aver lavorato tanto in precedenza, si mostrava sotto forma di una strega buona, che volava nei cieli con una scopa. A questo punto, era pronta ad essere bruciata come un vecchio ramo per permettere la nascita dell’anno nuovo.

Sono i mesi, in cui in molte regioni italiane non mancano dei riti purificatori come quelli del Carnevale. Questo significa che si cerca di scacciare il maligno dai campi, utilizzando dei pentolini che fanno gran chiasso o si accendono imponenti fuochi. Non sono pochi, poi, i luoghi dove invece, si costruiscono dei fantocci di paglia a forma di vecchia, che vengono bruciati durante la notte tra il 5 e il 6 gennaio. Nonostante sia meno famosa di Babbo Natale e forse un pò temuta, pure dagli stessi bambini, in fondo è apprezzata perché porta tanti dolciumi e perché aiuta i più piccoli ad essere più giudiziosi con il timore che possano ricevere del carbone da lei. 

 

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