Me lo ricordo ancora e come scordarlo quel senso di angoscia che ti prende il sei gennaio, verso sera, quando realizzi che il giorno successivo devi andare a scuola. Va meglio se hai svolto i tanti, troppi compiti per le vacanze, ma in ogni caso sai che dal giorno successivo ricominceranno i tuoi problemi di bambino o di adolescente, a seconda del corso di studi che hai raggiunto. Interrogazioni, compiti in classe: chi fermerà le insegnanti rilassatissime e pronte a tornare la carica? E’ chiaro che non vale mai la pena di rovinarsi gli ultimi minuti di lontananza dalla vita di tutti i giorni, ma non sempre è facile reagire bene.
E’ inevitabile pensare all’emozione provata il giorno prima della chiusura dei cancelli di scuola per l’inizio della festa. Non è importante quanto andate bene a scuola, la possibilità di riposarsi mette comunque allegria, soprattutto se si attendono dei regali. Il momento più bello, infatti, finisce quasi subito, proprio la notte del 24. I giorni successivi, però potrete provare i vostri nuovi giochi e dedicare solo qualche ora allo studio, ma superato il primo dell’anno, sembra che le ore si mettano a correre. E’ veramente una triste realtà .
Ricordo che da bambina, i nostri compiti non erano moltissimi e cercavo di finirli prima possibile, per poi essere libera durante tutto il periodo di festa, ma nonostante amassi la scuola finivo per sentirmi giù il giorno della Befana e, in più, non avevo troppa simpatia per questa donna bitorzoluta che portava carbone e caramelle. Non amavo i dolci per cui pensavo che, nel mio caso, poteva pure risparmiarseli. Una gentilezza eccessiva, insomma, che mi costringeva poi a regalare i dolci ai miei cuginetti o amici perché io proprio non li assaggiavo. Il giorno successivo, però, non appena mi sedevo nel mio banco, mi sentivo subito a mio agio e ricominciavo tranquilla la vita di sempre.