Babbo Natale: la storia e la tradizione

di Redazione 0

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Babbo Natale: i bambini lo attendono con ansia a dicembre, mentre i più grandi si affannano a convincere loro che il buon nonnino dalla barba bianca sta per arrivare con i regali desiderati dai figli negli ultimi tempi. La sua figura interessa gran parte del mondo e delle culture e, con qualche piccola differenza, in linea generale scende dal camino o, comunque, arriva nelle case dei più piccoli, la sera della vigilia di Natale. Non di rado è identificato con San Nicola di Bari. Babbo Natale è un elemento importante della tradizione natalizia anche in America latina, in Giappone ed in altre parti dell’Asia orientale. Il mitico personaggio, deriva appunto dal vescovo San Nicola di Mira della città di Myra (antica città dell’odierna Turchia), di cui si racconta che fosse solito fare regali ai poveri.

Da tale credenza, ha origine la grande festa olandese di Sinterklaas (il compleanno del Santo) che, a sua volta, ha dato origine al mito ed al nome di Santa Claus. San Nicola, inoltre, fornì alle tre figlie di un cristiano povero ma devoto l’intera dote, evitando alle giovani la via certa della prostituzione.Per tal motivo, in alcune parti d’Europa, come nei Paesi Bassi, in Belgio, Austria, Svizzera e Germania, viene ancora rappresentato con abiti vescovili e con la barba. Le sue reliquie, invece, furono traslate a Bari da alcuni pescatori, e per ospitarle fu costruita una basilica nel 1087, dove oggi si recano in processione molti fedeli.

San Nicola resta, in ogni caso, il patrono di marinai, mercanti, arcieri, bambini, prostitute, farmacisti, avvocati, prestatori di pegno, detenuti ed, inoltre, è il santo patrono della città di Amsterdam e della Russia. Nei Paesi Bassi, in Belgio e in Lussemburgo, Sinterklaas si ricorda due settimane prima del 5 dicembre, data in cui distribuisce i doni. In Germania, invece, prima della conversione al cristianesimo, si raccontava che il dio Odino ogni anno tenesse una grande battuta di caccia nel periodo del solstizio invernale, insieme agli  altri dei e guerrieri caduti. A tal proposito, i bambini lasciavano  i propri stivali nei pressi del caminetto, riempiendoli di carote, paglia o zucchero per sfamare il cavallo volante del dio, Sleipnir. In cambio, Odino portava regali o dolciumi.

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