Canti di Natale non convenzionali

di Redazione 0

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Per Natale, siamo abituati alle solite canzoni ma ce ne sono alcune non proprio classiche e convenzionali, ma altrettanto belle come quelle che vi proponiamo sotto forma di testo:

 

A Cesare

A Cesare le venne un’ambizione:
di numerare tutte le sue persone.
Ventiquattro di dicembre San Giuseppe si partì,
Maria insieme,
per dare il loro nome a Bettlemme.

La strada era lunga e ben cattiva,
Maria dalla stanchezza ne pativa.
Camminando tutto il giorno senza mai riposar.
La forza manca,
Maria dal camminar si sente stanca.

Sedete Voi Maria su questo poggio
che io andrò in città a cercare alloggio;
ho girato le osterie, le locande di qua e di là,
da ogni lato,
ma alloggio intra colà non l’ho trovato!
Pazienza santa,
noi dormiremo qui, sotto ‘sta pianta.

Passò di lì a poco un contadino,
vide Maria e Giuseppe in mal destino:
“Venite dietro a me, sposina bella,
che io Vi insegnerò una capannella;
là c’è un bue un asinello e del fieno da dormir,
di vero cuore,
perché sembrate gente del Signore!”

Di vero cuore,
perché sembrate gente del Signore.

 

Angeli

Sopra i cieli e ancor più su
tutti cantan gli angeli,
e dai monti fin quaggiù
portan gioia ai deboli.

Gloria in exelsis Deo.
Gloria in exelsis Deo.

A Betlem  correte
adorate  il Redentor
ed a lui cantate
quello che vi dice il cuor.

Gloria in exelsis Deo.
Gloria in exelsis Deo.

Angels we have heard on high
Sweetly singing over the plains
And the mountains in reply,
Echoing their joyous strains.

Gloria in excelsis Deo.
Gloria in excelsis Deo.

Il presepe di stagnola

La mamma e il papà han fatto per me
un presepe colorato, illuminato.
Ma il presepe veramente mio
è quello che ho fatto io…
E’ un presepe di stagnola rimediato
mangiando del cioccolato.
Di stagnola ho fatto
il cielo con le stelle
e pure le pecorelle.
Di stagnola la capanna
con Giuseppe e con Maria
e i Re Magi che gli fanno compagnia.
E’ un presepe un po’ ammaccato
e traballante
però tutto scintillante.
Di stagnola ho fatto pure la cometa
che in cielo risplende lieta.
Tutto, tutto di stagnola
anche il bue e l’asinello,
ma ho potuto fare solo un pastorello.
La stagnola è già finita.
Ci vuole ancora un po’ di cioccolata:
non lo faccio, no, per la gola.
Mi serve solo il foglio di stagnola.
E’ finita all’improvviso, la mia scorta!
e non me ne sono accorto;
se qualcuno non mi dà un cioccolatino
mi manca Gesù Bambino.
E a che serve il mio presepe,
anche se mi sembra bello,
se tra gli angeli non nasce il Bambinello?
La mia mamma e il mio papà mi han regalato
un pezzo di cioccolato.
Lo confesso, l’ho mangiato,
ma ho finito il mio lavoro:
nel presepe c’è un Bambino tutto d’oro,
tutto d’oro.

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