Il circo e il Natale: un binomio quasi indissolubile, seconda parte

di Redazione 0

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Abbiamo già cominciato a raccontarvi la favola di Rossana Costantino dal titolo il tendone a forma di albero di Natale e ora vi riportiamo la seconda parte di questa storia che prende come spunto il circo, a Natale sempre presente nelle città più grandi:

a metà dello spettacolo, proprio sotto le luci della ribalta, una scimmia molto particolare prese la parola. Inizialmente, la scimmia anche lei vestita tutta di rosso e piena di fiocchetti da per tutto, doveva canticchiare una canzoncina di Natale e poi salutare tutti con una filastrocca. Tutti erano rapiti dalla scimmietta prodigio, e sotto il tendone c’era un insolito silenzio. Ma la scimmia parlante era anche l’unico animale a poter comunicare con i bambini, per questo era tenuta d’occhio anche più degli animali feroci: il direttore del circo temeva che la scimmietta avrebbe svelato i segreti del circo. Qualche giorno prima, durante le prove, la tigre aveva rischiato di bruciarsi la coda, e per questo era stata frustata a sangue. In un’altra occasione, l’elefante, dispiaciuto per la tigre, si era distratto e per due volte era inciampato: il povero pachiderma per questo era stato lasciato a digiuno per ben tre giorni. Anche l’orso era stato punito perché, indignato per i suoi amici, si era rifiutato di salire sulla bicicletta! Tutte le volte, la scimmia aveva pianto insieme ai suoi amici, avvilita e mortificata per quanto era successo.

Così, proprio la notte di Natale, quando tutti sono più buoni e sensibili, la scimmia decise che avrebbe raccontato ogni cosa proprio durante lo spettacolo. Accadde infatti, che dopo le esibizioni di tutti gli artisti, la scimmietta, dopo aver canticchiato, si avvicinò ai bambini e si sfogò. Tutti erano sconvolti dal racconto della scimmia: quali atroci sofferenze e quante umiliazioni dovevano subire quei poveri animali per strappare un applauso e forti risate! Fu la volta della tigre, che servendosi della scimmia raccontò quanto era felice nella giungla e quanto soffriva costretta a bruciacchiarsi nel fuoco. E venne il turno dell’orso, che si tolse il cappello rosso e disse di essere stato rapito quando ancora era in fasce, non ricordava più nemmeno l’odore della sua mamma. Infine l’elefante scoppiò in lacrime, e tutti i bambini insieme a lui. La scimmietta aveva scatenato un putiferio, e con lei tutti gli animali avevano iniziato una lunga propaganda contro gli spettacoli circensi.

 

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