Natale: l’Annunciazione e la nascita di Gesù Bambino

di Redazione 0

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Come avvenne l’Annunciazione? Cosa disse l’angelo a Maria e, soprattutto:come avvenne la nascita di Gesù Bambino? Tutte domande alle quali si trova risposta nella Bibbia e anche nei Vangeli:

 

L’angelo del Signore aveva detto a Maria: «Quando nascerà il tuo bambino, il Figlio dell’Altissimo Dio, tu gli met­terai nome Gesù». Quel bambino nacque nella grotta di Betlemme, e secondo l’uso ebrai­co il nome gli fu imposto otto giorni dopo. Il nome fu naturalmente quel­lo indicato dall’angelo: Gesù, che si­gnifica “Dio è Salvatore”. Infatti, per mezzo di quel bambino Dio interve­niva a salvare il suo popolo. I profeti l’avevano predetto secoli prima: un giorno Dio avrebbe man­dato un salvatore, e lo chiamavano Messia, cioè “Consacrato dal Si­gnore. Dire Messia è come dire Cristo: ecco perché Gesù fu poi chiamato anche Cristo. Gesù era il primo figlio di Maria, e la legge ebraica diceva che il pri­mo figlio apparteneva al Signore, e bisognava in un certo senso compe­rarlo da lui, offrendogli in cambio due tortore o due giovani colombi. Per questo, quaranta giorni dopo la nascita, Maria e il suo sposo Giu­seppe portarono Gesù nel tempio del Signore, a Gerusalemme, e por­tarono anche due tortorelle da offri­re al Signore. Nel tempio incontrarono un uomo, di nome Simeone. Era un uomo buono, che in tutta la sua vita aveva sempre cercato di com­portarsi come piace al Signore. Simeone ricordava le parole dei pro­feti, e aspettava con ansia il giorno in cui il Signore avrebbe mandato il Messia. E il Signore gli aveva pro­messo che prima di morire egli avrebbe avuto la gioia di vederlo, il Messia tanto atteso. Il giorno in cui Maria e Giuseppe portarono Gesù al tempio, Simeone aveva avuto l’ispirazione di recarsi anche lui nella casa del Signore. Quando egli vide quel bambino, Dio gli fece capire che quello era il Messia. Allora Simeone lo prese tra le braccia, e ringraziò il Signore con tutto il cuore. Disse: «Ora, Signore, lascia pure che io, tuo servo, vada in pace, come tu hai promesso, perché i miei occhi hanno visto il Salvatore che tu hai mandato. Tu l’hai messo davanti a tutti i popoli della terra, come una luce che illumina tutte le nazioni e dà gloria al tuo popolo, Israele».

Maria e Giuseppe erano meravigliati al sentire quelle Simeone li benedisse, e parlò loro alla madre del bambino, Maria, dicendo: «Questo bambino sarà la causa della rovina o della salvezza di uomini del popolo d’Israele. Sarà un segno di Dio, che metterà in chiaro le intenzioni di molti, intenzioni che essi tengono nascoste nel cuore. E a te, Maria, una spada trafiggerà l’anima». Con quelle misteriose parole Si­meone voleva dire che Gesù, in futuro, sarebbe stato accolto da una parte del popolo ebraico, mentre un’altra parte lo avrebbe rifiutato. Coloro che lo accolgono, cioè cre­dono in lui e lo amano, si salvano perché andranno in paradiso, men­tre per chi lo rifiuta sarà la rovina. Quanto a Maria, ella avrebbe molto sofferto a vedere il suo figlio rifiuta­to: avrebbe sofferto come se una spada l’avesse trafitta. Nel tempio, quel giorno, Maria e Giuseppe incontrarono anche una donna, di nome Anna. Ella era mol­to vecchia, aveva ottantaquattro anni, e da molti anni, da quando era rimasta vedova, si era dedicata totalmente a Dio; viveva nel tem­pio, e notte e giorno dimostrava a Dio tutto il suo amore per lui, con sacrifici e preghiere. Quando vide il bambino, anche Anna comprese di chi si trattava; al­lora, come Simeone, si mise a loda­re Dio, e parlava del bambino a tut­ti coloro che aspettavano la venuta del Messia. Non fu quella l’unica volta che i suoi genitori portarono Gesù nel tempio di Gerusalemme. Tutti gli anni Giuseppe e Maria sua sposa si recavano a Gerusalem­me per la festa di Pasqua, e porta­vano con sé anche Gesù. Quando egli ebbe dodici anni, accadde che, trascorsi i giorni della festa, mentre Giuseppe e Maria si avviarono verso casa, Gesù rimase a Gerusalemme. Giuseppe e Maria viaggiavano con numerosi altri pellegrini, gli uo­mini separati dalle donne, come si usava. Il primo giorno di cammino essi non si accorsero che mancava Gesù: Giuseppe pensava che fosse con Maria, e Maria pensava che fosse nel gruppo degli uomini. Sol­tanto alla sera si accorsero della sua assenza: allora subito, lasciato il gruppo, tornarono a Gerusalemme. Dopo tre giorni di ansiose ricer­che lo trovarono nel tempio, intento a discutere con gli anziani e i mae­stri, i quali si meravigliavano della sua intelligenza e delle tante cose che sapeva. Sua madre allora gli disse: «Quanto ci hai fatto stare in pensie­ro!» Ma Gesù rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Pa­dre mio?» Il fanciullo Gesù sapeva che il pa­dre suo non era Giuseppe, come gli altri pensavano, ma Dio!

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