Ci avviciniamo al Santo Natale, una festa che viene ricordata soprattutto in chiesa con canti liturgici a tema. Ecco qualche brano con tanto di spartito:
Ci avviciniamo al Santo Natale, una festa che viene ricordata soprattutto in chiesa con canti liturgici a tema. Ecco qualche brano con tanto di spartito:
L’aria che pervade il periodo di festa è quella: felicità, sorrisi, parole sussurrate, litigi scongiurati e gentilezze che, di solito, non si concedono a nessuno. Si è vero, a vedere da fuori certe scene non si riesce a credere che non si tratti di una finzione, decisa chissà da chi e perpetrata da anni da mezzo mondo. Eppure anche io, forse presa da questa febbrile attesa verso l’evento più bello dell’anno, non voglio vedere tutto con il solito cinismo e torno a chiedermi se per caso non possa esserci qualcosa di reale in tutto questo. Mi spiego meglio. Il bene e il male sono dentro di noi, dentro tutti e su questo non c’è dubbio. Siamo noi a decidere quale di questi sentimenti far prevalere, non rendendoci conto che i sentimenti positivi, hanno un effetto benefico in generale su tutta la nostra vita.
E’ una vera e propria lingua il napoletano, perfetta pure per il Natale che ci rende noti e amati nel mondo. Ecco qualche rima per la festa:
Ne sono assolutamente convinta anche perché, in effetti, ogni gesto ci rappresenta più di quanto immaginiamo e solo qualcuno che sa leggere oltre le apparenze se ne accorge. In questo modo il Natale è una delle feste più personali che ci siano e non soltanto a livello spirituale. Avete mai visto due case decorate allo stesso modo? Assolutamente no, perché ogni dettaglio scelto racconta di gusti, esperienze e forse pure speranze.
Troppo spesso dimentichiamo chi è il vero protagonista del Natale e, soprattutto, perché festeggiamo. Qual è il vero significato della Natività? Si tratta solo di un fatto storico o, più semplicemente, ci invita a guardarci dentro e a vivere una vita carica di amore e continuo rinnovamento?
Neve, freddo, un camino acceso, dei regali, gente che festeggia, il presepe, l’albero di Natale e una tavola imbandita di ogni bene. Vi presento la festa più bella dell’anno. In fondo sempre uguale, con i medesimi riti, ma anche chi dice di odiarlo, in verità attende che tutto questo accada di nuovo, magari con una punta di consumismo in meno che si trasforma, invece, in consapevolezza. E’ una ricorrenza in cui è l’amore a farla da padrone, in tutte le sue forme e curiosamente per qualche secondo, riusciamo anche a fermarci e ad apprezzare ciò che abbiamo. Questo almeno prima di essere presi da abbuffate e soprattutto regali e dimenticare ogni buon proposito.
Guerra, pace, amore e odio: l’uomo è in grado di provare tante contrastanti emozioni, alcune delle quali persino pericolose. Arriva, poi, il Natale che quasi ovunque porta gioia e serenità e allora si sogna. Si spera in un mondo migliore, si desidera fortemente quel senso di fratellanza e pace che per tutto il resto dell’anno non c’è più. Basta accendere la tv, però, per scoprire che le violenze e le tragedie non sono scomparse come per magia ovunque, mentre si pensa giustamente che basterebbe poco per dare un senso duraturo al Natale. Che cos’è allora questa festa se non una utopia, una contraddizione, il bisogno di staccare la spina e fare reset di pensieri e noie e indossare un sorriso, per alcuni vero, per altri solo di circostanza.
Ogni volta che arriva Natale me lo chiedo sempre e, del resto, come avere le idee chiare di fronte alle tante possibilità che ormai ci sono in giro? Da sempre un albero di Natale che si rispetti deve essere decorato a dovere: qualcuno prende la neve e la spruzza a lavoro finito, altri invece, i più per la verità, usano delle ghirlande argentate, dorate, bianche o di mille altri colori che dovrebbero avere la medesima funzione, anche se in modo più stilizzato.