Dolci di Natale avanzati, ricicliamo il panettone

 

Quando si avvicinano le festività natalizie c’è inevitabilmente la corsa all’acquisto. Non parliamo solo di doni da mettere sotto l’albero, ma anche di cibo che pensiamo di offrire agli amici quando verranno a farci gli auguri o ai parenti che inviteremo per i giorni cruciali. Il rischio è sempre quello di riempire il carrello inutilmente e, quindi, di esagerare. In effetti, chiunque passerà da casa nostra ci porterà da mangiare oltre ai regali e così non si riuscirà a consumare tutto. Considerando che, soprattutto i dolci, possono scadere piuttosto velocemente, è indispensabile non buttarli, ma riuscire a riciclarli. Vediamo come comportarci con il panettone.

Albero di Natale: palline colorate o monocolore

 

Sembra un dettaglio di poco conto, ma è fondamentale. Vi piace l’albero di Natale addobbato con palline di un unico colore, al massimo due o allegro e carico di qualunque gradazione cromatica? Immagino che risponderete con la prima ipotesi e invece, non so voi, ma io sono cresciuta con questo simbolo natalizio riempito di colori differenti e mi piaceva tantissimo. Adesso in tutte le case c’è molto ordine in questo senso e l’unico elemento più curioso che ci si può concedere è quello di scegliere ad esempio di addobbarlo in viola o in fucsia, se proprio si vuole scegliere un tocco fashion.

L’albero di Natale, un accessorio di moda?

 

In un’epoca in cui o sei in o sei out, anche gli oggetti diventano protagonisti di mode passeggere e catalizzano l’attenzione del pubblico soltanto per un periodo di tempo limitato. Tutto, ovviamente, tranne l’albero di Natale ad esempio che non perde smalto e, anzi rispetto ad un tempo, quando doveva vedersela con il primato del presepe, ora finisce in prima linea in tutte le case. Tuttavia, pure questo elemento fondamentale della festa cambia e diventa più moderno. Un tempo c’erano le palline colorate e poi, piano piano, le famiglie inserivano altre decorazioni che avevano ricevuto e conservato nel corso del tempo. Oggi, invece, ogni anno le possibilità sono così tante che la tentazione di cambiarlo c’è e si finisce per raccogliere addobbi in quantità industriale. Magari, poi, finiranno nel cestino ancora nuovi, solo perché serve nuovo spazio. In particolare, cambiano le gradazioni cromatiche delle palline che negli ultimi tempi sono del tutto fashion e dal classico rosso, passano al fucsia e al viola, ma solo per fare un esempio. Ci sono poi anche gli alberelli che si muovono o quelli parlanti.

Natale con parenti e amici: momenti da ricordare

 

Le generazioni si susseguono e noi stessi cresciamo, ma di certe cose finiamo per non renderci mai conto. Fa proprio parte dell’essere umano, non riuscire ad apprezzare in linea di massima, nulla di quello che ha se non quando lo perde. In questo modo, ogni Natale, diventa una tortura perché bisogna incontrare parenti che di solito non si frequentano. Spesso lo stessso succede per gli amici.Bisogna anche prendere regali e spendere dei soldi, che in tempi di crisi sono sempre troppo pochi, per chi non rivedremo più dopo la nascita di Gesù Bambino. Eppure questa potrebbe essere, invece, una occasione per organizzare ancora e vivere vicino ai consanguinei il più possibile. Non di rado, scomparse improvvise poi comunque ci spezzano il cuore e ci fanno pentire di essere stati così evasivi e sfuggenti nei momenti, rari, in cui si stava insieme.

Natale e il regalo riciclato: favorevoli o contrari?

 

Avete mai ricevuto a Natale un regalo riciclato? Classica risposta: “non lo so”. Io ribatto che è facile rendersene conto, a partire dall’espressione fredda e imbarazzata di chi vi porge il pacchettino, fino alla totale mancanza di cura, di solito, della confezione al dono vero e proprio che è chiaramente brutto, altrimenti sarebbe rimasto in casa di chi lo ha per primo aperto. In altri casi, invece, per cercare di confondere le carte come si suol dire,  l’esterno è perfettamente scelto ma il risultato e, soprattutto, la delusione, non cambierà.

21 dicembre 2012: il mondo non finirà

 

Lo dicevamo noi che si trattava più di una trovata di marketing che di una scoperta dalle radici storiche. Tuttavia, periodicamente, qualcuno mette in giro la voce che il mondo finirà in una determinata data e si scatena il panico. Adesso, sembra che nuovi studi abbiano messo in luce che il prossimo 21 dicembre del 2012, la tanto paventata fine del mondo non ci sarà. Non si tratterà dunque dell’ultimo ciclo del Pianeta Blu e la predizione non è giusta. Questo lo sospettavamo, ma ora ci sarebbero novità. Si perchè in Guatemala è stato ritrovato il più antico calendario della civiltà dell’America centrale che smentisce, per fortuna aggiungiamo, tutto ciò che abbiamo pensato fino ad oggi. Gli studiosi si sono messi al lavoro per capirne di più e sono giunti alla conclusione che la popolazione misteriosamente scomparsa non pensava proprio di gettare il panico in questa data. E’ stato ritrovato un reperto che risalirebbe al IX secolo, dipinto sulla parete di una grotta nella città maya di Xultùn.

Natale al freddo, Natale al caldo

 

Si lo so che con la crisi economica, rinunciare alle tanto amate vacanze estive e invernali è necessario, ma sognare non costa nulla, ancora di più in un periodo dell’anno così bello. Immaginate i nostri soliti festeggiamenti natalizi. Per carità, bellissima atmosfera e, a volte, la neve che rende tutto più romantico e poi immaginate di viverlo al caldo il Natale. Con un’altra temperatura completamente, riusciremmo ad amarlo allo stesso modo? Insomma, passata l’euforia del viaggio dall’altro lato del mondo, ci sentiremmo sempre al massimo o il clima è fondamentale per creare la magica suggestione?

Gesù Bambino o Babbo Natale: chi li porta i regali?

 

Sembra una domanda scontata, ma per me non lo era affatto. La mia famiglia era molto religiosa e pur avvicinandomi comunque alla figura del simpatico vecchietto dalla barba bianca e vestito di rosso, metteva sempre al primo posto Gesù Bambino. Era lui che creava la magica atmosfera del periodo con la sua santità e tutti lo festeggiavano. Valutando quanti sforzi facessero i più piccoli per cercare di comportarsi bene e per finire i compiti ed essere promossi, cercava di accontentarli e di far ricevere loro ciò che avevano chiesto. Senza esagerare, però. Le monellerie non erano ammesse e se nel pacco non c’era quelo che si era richiesto, bisognava attendere: c’era stato qualche problema.