Una settimana prima del Natale, proprio come quando si aprono le caselline del calendario dell’Avvento, raccontare una favola al giorno ai propri figli può essere divertente. Questa ad esempio, è molto divertente e profonda e si intitola “Signora si chiude”:
Era la Vigilia di Natale e la commessa non vedeva l’ora di andarsene. Pensava in continuazione alla festa che l’attendeva appena finito il lavoro. Sentiva già i mormorii di ammirazione che l’avrebbero accompagnata mentre entrava vestita con l’abito da sera di velluto, con il cavaliere che la scortava… Quando arrivò l’ultima cliente.
Mancavano solo cinque minuti alla chiusura. «Non è possibile che venga proprio al mio banco» pensò. Finse di non sentire quando quella si schiarì la voce e disse piano: «Signorina, signorina quanto costano quelle calze?».
«Credo che sul cartellino ci sia scritto 6.000 lire» rispose brusca. «Non ne avete di meno care?». «Tremila e cinque» scattò guardando l’orologio. «Mi faccia vedere quelle meno care».
«Spiacente signora, stasera chiudiamo alle 18,30 perché, se non lo sa, oggi è la Vigilia di Natale».
Siccome non apriva bocca si decise a guardarla. Era pallida, aveva l’aria affaticata, le occhiaie profonde… non doveva avere neanche 30 anni.
«Ma i miei figli non hanno neanche un regalo» disse alla fine tutta d’un fiato. «Fino a stasera non avevo soldi». «Mi dispiace per lei signora» disse la commessa e se ne andò. Non giunse fino al fondo del banco. La donna non aveva detto una parola ma non le riuscì di fare un passo in più. Quando si voltò notò nei suoi occhi l’espressione più triste che avesse mai visto. Si ritrovò dietro al banco: «D’accordo, signora, ma faccia presto». Un sorriso le illuminò il volto, e si mise a correre dai calzini ai nastri poi ai giradischi portatili.
Alla commessa quei pochi minuti sembravano lunghi come l’eternità. Finalmente si decise per alcune paia di calze, per qualche nastro colorato, un giradischi portatile e due dischi di fiabe natalizie.
La commessa gettò gli acquisti in un sacchetto e le diede il resto delle 50.000 lire.
Ormai non c’era più nessuno. Andò di corsa negli spogliatoi e si infilò in fretta il vestito e corse fuori dal negozio incontro al suo «cavaliere» che l’attendeva in macchina, con il motore acceso.
Fu al terzo semaforo rosso che vide la donna del negozio: camminava in fretta tenendo stretto contro il suo esile corpo il pacco dei doni per i suoi figli. Il suo volto, che aveva perduto la patina di stanchezza, era ancora illuminato dal sorriso.
In quel breve istante qualcosa avvenne dentro di lei.
Non vide solo una donna: vide i suoi quattro bambini che, il mattino dopo, si sarebbero infilati felici le calze nuove, messi i nastri nei capelli e avrebbero ascoltato le favole natalizie sul giradischi nuovo.