Natale, racconto prima della nanna: “Haken Barbadirame” prima parte

di Redazione 0

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La favola che vi raccontiamo, di origini nordiche, è molto lunga ed, infatti, per comodità abbiamo deciso di dividerla in tre parti. Insomma è perfetta per i bimbi che non vogliono dormire la notte di Natale perché aspettano con ansia i regali. Provate a raccontarla e magari smetteranno di fare i capricci:

C’era una volta una principessa così altezzosa e impertinente che nessun pretendente andava bene per lei. Si prendeva gioco di tutti, respingendoli, uno dopo l’altro; ma ciò nonostante ogni giorno nuovi corteggiatori affluivano al palazzo del re, attirati dalla fama della sua bellezza.

Un giorno giunse un principe a chiedere la sua mano; il suo nome era Haken Barbadirame. Accadde, però, che durante la prima notte in cui egli fu ospitato a palazzo, la principessa diede ordine di tagliare le orecchie a uno dei cavalli del principe, e di incidere le mascelle dell’altro fino alle orecchie. Quando, il giorno dopo, il principe fu pronto per ripartire, ella era presso il portico ad aspettarlo e lo guardò: “Bene, non ho mai visto niente del genere in tutta la mia vita; il pungente vento del nord che soffia da queste parti ha soffiato così forte da aver strappato via le orecchie a uno dei vostri cavalli, e l’altro è rimasto talmente a bocca aperta dallo stupore che la mascella gli è arrivata alle orecchie!” disse beffeggiandolo, scoppiando in una grossa risata; poi rientrò, sbattendo la porta e lasciò che lui se ne andasse. E fu ciò che il principe fece, pensando tra sé che un giorno gliel’avrebbe fatta pagare.

Passato un pò di tempo, si fece crescere una lunga barba di muschio, indossò un’ampia giacca di pelliccia, e si acconciò da mendicante. Andò da un orafo e comprò una rocca d’oro e partì alla volta del palazzo della principessa; si piazzò sotto la sua finestra e cominciò a limare e ad accomodare la rocca che necessitava di un sostegno. Quando la principessa si alzò dal letto, guardò fuori dalla finestra, e alla vista di quella bella rocca d’oro, chiese al mendicante di vendergliela. “Non è in vendita” rispose quello, “ma se mi lasciate dormire fuori della porta della vostra camera da letto stanotte, ve la darò.” La principessa ritenne questo un buon affare, pensando che non c’era alcun pericolo per lei nel lasciarlo dormire fuori della porta, ed acconsentì. Haken Barbadirame si coricò fuori della porta della sua stanza, e in questo modo ella ottenne la rocca d’oro; ma durante la notte il poveretto si sentì congelare dal freddo. “Accidenti, si gela qui fuori. Per favore, fatemi entrare” pregò. “Siete fuori di senno.” rispose la principessa. “Non potete immaginare che freddo insopportabile fa qui fuori, vi prego, fatemi entrare” chiese ancora il mendicante. “Zitto, zitto! Se mio padre sapesse che ho ospitato un uomo in casa, avrei un sacco di guai!”disse ella. “Vi prego, morirò congelato. Fatemi entrare, dormirò per terra” disse Haken Barbadirame. Insomma, non ci fu niente da fare: dovette proprio farlo entrare; il mendicante si accovacciò sul pavimento e si addormentò.

Passò altro tempo, e Haken Barbadirame tornò sotto le finestre della principessa, e si mise a limare i sostegni della rocca, poiché neanche quelli erano finiti. Quando ella si accorse della sua presenza, aprì la finestra e gli chiese che cosa mai avesse per le mani. “Oh, soltanto i sostegni per quella rocca d’oro di Vostra Altezza. Ho pensato che ne aveste bisogno e li ho portati.” “Quanto vuoi per quelli?” chiese la principessa. Il mendicante rispose che non erano in vendita, ma che glieli avrebbe ceduti in cambio di una notte sul pavimento della sua camera. Acconsentì, ma lo pregò di starsene però tranquillo senza lamentarsi e senza dire «Accidenti». Haken Barbadirame promise che non avrebbe disturbato nessuno, ma durante la notte ricominciò a rabbrividire e ad agitarsi, chiedendo di potersi avvicinare un pochino al letto, perché presso la porta faceva troppo freddo. Anche questa volta la principessa dovette accontentarlo per non avere noie con suo padre, che avrebbe potuto sentire i lamenti del mendicante. Così, Haken Barbadirame dormì accanto al letto della principessa e dormì come un ghiro.

Dopo questi eventi non si fece vedere per un bel pò di tempo, ma quando tornò, aveva con sé un bellissimo arcolaio d’oro; e come le altre volte, si sedette sotto le finestre della principessa e cominciò a limarlo e ad accomodarlo. Tutto si svolse come le altre volte: quando la principessa vide l’arcolaio d’oro, volle sapere per quanto egli fosse disposto a vederglielo. “Non lo vendo per denaro, ma se mi lasciate dormire una notte nella vostra stanza, con la testa appoggiata al letto, ve lo regalerò” rispose Haken Barbadirame. La principessa acconsentì anche questa volta, ma si raccomandò che per nessuna ragione egli avrebbe dovuto lamentarsi e fare rumore; egli promise che avrebbe fatto del suo meglio per non disturbare, ma durante la notte ricominciò a gelarsi e a battere i denti. “Oddio, che freddo! Vi prego, lasciatemi coricare nel vostro letto per scaldarmi un pò” pregò Haken Barbadirame. “Ma siete diventato matto?” rispose la principessa. “Per favore, per favore, fatemi coprire!” disse egli. “Tacete, per l’amor del cielo!” disse la principessa. “Se mio padre scopre che siete qui, mi farà tagliare la testa!” “Signore, fa così freddo! Vi prego, lasciatemi venire nel vostro letto!” disse ancora Haken Barbadirame, battendo i denti così forte da far tremare tutta la stanza. Non ci fu niente da fare, ella dovette proprio farlo entrare nel suo letto, e lì si addormentò.

Ma dopo qualche tempo, la principessa ebbe un figlio, e la cosa naturalmente mandò in bestia il re, che fu sul punto di ucciderli entrambi. Dopo poco tempo giunse Haken Barbadirame, quasi per caso, e si sedette in cucina, come qualsiasi altro mendicante. Quando la principessa lo vide, corse da lui a pregarlo: “Oh, grazie a Dio siete tornato! Avete visto che disgrazia mi avete procurato? Mio padre è quasi scoppiato dalla rabbia, vi prego, portatemi via con voi!” “Ma voi siete abituata troppo bene per la vita che conduco io” disse Haken, “io non ho nemmeno una casa, e mi dite come farò a mantenervi, se a malapena riesco a procurarmi da vivere me stesso?” “Il mio destino è segnato, morirò comunque, se resto qui, perché mio padre mi ucciderà.” E così alla fine partì con il mendicante, come lo chiamava lei, e camminarono a lungo, molto a lungo, e non se la passò molto bene. Quando lasciò le terre di suo padre per entrare in altre terre, ogni volta chiedeva di chi fossero, e il mendicante rispondeva: “Oh, sai, sono di Haken Barbadirame.” “Ecco, se l’avessi sposato ora non starei a vagare in compagnia di un mendicante..” diceva tristemente la principessa. E così, davanti a un nuovo castello, a una foresta, o a un parco, ripeteva sempre la stessa domanda, e il mendicante le forniva puntualmente la stessa risposta: “Il proprietario qui è Haken Barbadirame.” E ogni volta cresceva il rimpianto di non averlo accettato per marito. Alla fine del viaggio giunsero a un palazzo presso il quale il mendicante spiegò di essere conosciuto, dove sperava di poter ottenere un pò di lavoro, così avrebbero potuto tirare avanti. Costruì una capanna per entrambi ai bordi del bosco, e ogni giorno si recava alla reggia a spaccar legna e a trasportare l’acqua alle cucine, e al ritorno portava con sé gli avanzi di carne, che però duravano ben poco.

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